#iorestoacasa
Ci è stato “caldamente” consigliato di rimanere a casa e di spostarci solo per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa. Una delle prime indicazioni è stata quella di lavarci frequentemente le mani con acqua e sapone o usando soluzione alcoliche in un tempo sufficientemente prolungato al fine di renderlo efficace. Non dobbiamo toccarci gli occhi, il naso, la bocca con le mani.
Sono da evitare le strette di mano e gli abbracci. Non si possono avere contatti che non siano distanziati da almeno un metro e mezzo di distanza. Ci hanno informato e continuano a farlo, sull’importanza di tenere pulite le superfici utilizzando dei disinfettanti contenenti alcool o a base di cloro.
GLI OGGETTI UTILIZZATI DI FREQUENTE DEVONO ESSERE ESSI STESSI DISINFETTATI.
Tutto questo innegabilmente è necessario, ma quanto ciò influisce sulla nostra psiche pesantemente provata da tale improvvisa quanto assurda pandemia?
Sicuramente ha ed avrà per lungo tempo a venire profonde ripercussioni.
Uno degli aspetti che ho deciso di trattare è quello relativo ad un disturbo denominato rupofobia o misofobia. C’è da dire che in tempi odierni distinguere una persona che segue alla lettera le indicazioni provenienti dall’OMS piuttosto che una persona con rupofobia o misofobia è sicuramente un’ardua impresa.
Vediamo nel dettaglio che cos’è la RUPOFOBIA.
È un termine poco conosciuto che descrive delle persone ossessionate dallo sporco. Oggi rischiamo in molti di assomigliare ai rupofobici vista la situazione, pensate quanto possa essere complicato per chi è veramente ossessionato e lo era anche prima.
Sono quegli individui che hanno una vera e propria fissazione e mettono in atto dei gesti ripetuti e ineludibili per sconfiggere i germi, durante tutta la giornata.
Si lavano continuamente le mani o puliscono in modo eccessivo la casa e gli oggetti di uso quotidiano con detergenti e disinfettanti, fanno uso di guanti e grembiuli per qualsiasi piccola azione.
Queste sono alcune fra le condotte più frequenti che hanno lo scopo di eludere la contaminazione e, quando non si è in grado di evitare la sporcizia, si può sperimentare un intenso disagio ed ansia, fino, nei casi più gravi, ad arrivare a dei veri e propri attacchi di panico. Il lavaggio delle mani è la base per sconfiggere il COVID - 19: ce lo sentiamo ormai ripetere da giorni in tutte le salse. Chi aveva già paura di toccare oggetti contaminati ed era ossessionato dal pensiero dello sporco in tempi non sospetti, in questo periodo, ha urgente bisogno di un supporto psicologico per evitare che l’ansia diventi insostenibile.
Coloro che erano già particolarmente suscettibili alle varie forme di contaminazione è come se avessero trovato conferma delle loro credenze centrali: i pensieri relativi al timore di essere contagiati o di contagiare, oggi si mostrano ancora più possibili, reali.
Il nostro stile di vita si modificherà a seguito della pandemia vissuta oggi.
Si modificherà per tutti.
In futuro probabilmente per ciascuno di noi diventerà particolarmente difficoltoso mettere in atto atteggiamenti e comportamenti verso gli altri e verso il mondo esterno simili al passato: stringersi le mani, abbracciarsi, baciarsi o frequentare luoghi affollati saranno gesti legati al timore di non essere al sicuro. Chissà per quanto tempo.
Individui affetti da rupofobia troveranno probabilmente ancora più difficoltà nell’intraprendere una vita adattiva, equilibrata e serena, sia a livello personale che sociale. Le convinzioni relative alla pericolosità di certi agiti saranno rinforzate, con il conseguente aumento dell’intensità dell’emozione negativa percepita.
Dott.ssa Cristina Bernucci - Psicologa/Psicoterapeuta
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“«Volare mi fa paura» stridette Fortunata alzandosi. «Quando succederà, io sarò accanto a te» miagolò Zorba leccandole la testa.”
(Dal libro “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda, 1996)