Il ruolo delle Emozioni nell’Apprendimento

Sono molte le  ricerche che hanno messo in evidenza come la competenza emotiva intesa come  la capacità di autocontrollo, di gestire la propria collera e l’empatia, possa avere un'influenza rilevante sui processi di apprendimento.

 

Abbiamo parlato di  competenza emotiva e apprendimento, due  concetti tra loro strettamente interconnessi,   perché  entrambi  considerati processi della  mente che si  influenzano in modo bidirezionale. Il nostro intento è avvalorare appunto questa  teoria:   la fondamentale  influenza delle emozioni  nei processi cognitivi e  di apprendimento. Cosa sono le emozioni? 

Le emozioni possono essere definite come una reazione affettiva ad uno stimolo esterno che insorge repentinamente ed ha breve durata. La risposta produce una modificazione a livello fisiologico, viscerale, espressivo e psicologico, nonché una serie di propensioni ad agire. Alcuni studiosi (Goleman, Ekman) individuano alcune “emozioni primarie”, dalle quale derivano manifestazioni più esterne, gli “umori” o “stati d’animo”, che sono più durevoli e meno intense delle emozioni.

 

Cos’è la competenza emotiva 

La competenza emotiva descrive la capacità che ha una persona di esprimere le proprie emozioni, con totale libertà, e deriva dall’intelligenza emotiva, ovvero dalla capacità di identificare le emozioni stesse. La competenza emotiva è una caratteristica che si impara e che determina la capacità di una persona di interagire in modo costruttivo con gli altri.

Un altro aspetto individuale della competenza emotiva è la competenza sociale, ovvero l’empatia che siamo in grado di provare per gli altri.

 

Intelligenza emotiva

L’intelligenza  ha a che fare con il ragionamento emotivo nella  vita di tutti i giorni.  Le emozioni forniscono importanti conoscenze sulla relazione della persona con il mondo esterno. Daniel Goleman è lo psicologo che ha contribuito, in modo particolare, a divulgare il concetto di intelligenza emotiva, intesa come: la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la giustificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare. Dunque, per Goleman, l’intelligenza emotiva è più importante del   QI (Quoziente di Intelligenza) nel predire il successo nella vita (Goleman D., 2011).

 

Emozioni e apprendimento

Oggi si parla di  warm cognition, vale a dire un filone di ricerca molto attuale che tiene conto delle emozioni sottostanti il processo di apprendimento e didattico. Difficoltà nello studio e di concentrazione spesso sono associati a quadri di Disturbi Specifici dell’apprendimento o ad un deficit di attenzione e/o iperattività. Tuttavia l’apprendimento è un processo complesso e gli studenti con difficoltà sono molti, senza che ciò sia indice di un disturbo neuropsicologico. Proprio da questa riflessione è nato il filone di ricerca che è poi sfociato sulla warm cognition della prof.ssa Daniela Lucangeli e dei suoi collaboratori all’università di Padova. Pensiamo per semplificare ad una situazione nella vita reale di uno studente. Se uno studente apprende sperimentando paura, la paura di sbagliare, il suo sistema di sopravvivenza si attiverà in futuro in modo tale da consentirgli l’evitamento di situazioni analoghe. Questo accade perché emozione e cognizione, come abbiamo spiegato sopra,  sono strettamente correlate. La nozione appresa finirà nella memoria procedurale o semantica, la memoria del sentimento di incapacità e inadeguatezza finirà nella memoria autobiografica, intaccando significativamente l’autostima  e l’autoefficacia  dell’alunno. Il ripetersi di questo meccanismo per più volte porterà ad una stabilizzazione del circuito che è ciò che in psicologia si chiama fenomeno dell’impotenza appresa. Il discente penserà di non essere in grado  di eseguire quel  compito e i compiti futuri, sentendosi impotente, e l’esperienza reiterata del fallimento gli darà conferma della sua incapacità innata. Tutto questo  accade perché l’emozione associata a quella funzione specifica si comporta da antagonista dell’apprendimento.


Dott.ssa Cristina Bernucci - Psicologa/Psicoterapeuta

Bibliografia 

• Goleman Daniel, Intelligenza sociale, Milano, Rizzoli, 2006 

• Goleman Daniel, Intelligenza emotiva. Che cos'è e perché può renderci felici BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2011

• Ekman Paul  , Giù la maschera!, Giunti, Firenze,  2007 

 

Sitografia

• http://www.intelligenzaemotiva.it/

• https://www.stateofmind.it/2017/10/warm-cognition-didattica/